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al testo di Amina Narimi
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*Per il dono di domani
Da possedere. Come quel tronco così grande dove lo scalpello girava forte a scavare fino in fondo,contenere ghirlande brillanti. grovigli di sorrisi il tuo stupore quando ti voltavi all’albero e non erano viole del pensiero!
Ho imparato a fare lontano un suono non sobbalzare al tremito delle mani, a partire dai bordi della ciotola, vibrare per un viaggio lungo, poco a poco dove s’incurva, oltre i muri, per le strade udirlo fino al fiume e ancora. Nel profondo mi sono preparata a sparire dalle stanze risalire l’aria, gli alberi, con le punte della dita sopra l’acqua lentamente dentro il palmo verso il buio che trascina l’eco nella luce levigata : per il dono di domani ho imparato a fiorire come felce negli occhi crescere il segreto: invisibile cosa s’innalza in suono
-strada fra tutte- si propaga come una preghiera l’eco Tuo senza voce canta del figlio fatto della mia sostanza che la notte mi stringe mentre dormo le mani inconsapevoli di mamma
Quasi non accadesse altro. Solo così sappiamo Noi del dono di domani
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